Una storia al femminile: Il Susumaniello
Filomena Saponari, per tutti Flora, è stata considerata fin dall’inizio di questa avventura un po’ incosciente, per aver voluto gestire completamente da sola una vigna, ma oggi con il sorriso stampato sul suo volto di vignaiola fortemente orgogliosa del suo territorio, smentisce tutti solo al primo sorso del suo Susumaniello ed è considerata una produttrice rivoluzionaria, la prima ad aver realizzato il Susumaniello, vitigno pugliese autoctono, in versione rosata.
Ci racconta subito il suo percorso partendo dalle radici di questa avventura vitivinicola:
“Nei primi anni del 2000 mi iscrissi ai corsi AIS e diventai prima Sommelier e poi degustatore ufficiale. Quella del sommelier è un’attività che mi ha dato moltissimo. Un’ altra tappa fondamentale per il mio futuro di produttrice è stata l’associazione Slow Food, dove partendo come attivista, sono diventata con il tempo docente Master of Food Vino per i corsi di educazione al gusto di Slow Food.
“Inoltre entrare nelle vigne e conoscere i produttori e le loro meravigliose storie, mi ha fatto capire che degustare un calice di vino non mi sarebbe mai più bastato!”
Da lì scattò l’amore che l’ha portata appunto a lasciare il lavoro di consulente in uno studio di commercialisti e a buttarsi a capofitto nel progetto vitivinicolo in cui crede fortemente da subito.
Il richiamo delle terra
Nel 2010 decide di fondare la sua azienda agricola chiamandola Vignaflora, con l’idea di impiantare e coltivare uva da vino nel terreno che ereditò del nonno materno.
Il percorso incomincia nei primi mesi del 2011, quando nell’agro di Noci,(in provincia di Bari) su un terreno argilloso-limoso a 430 metri di altitudine, impianta circa 2 ettari di Susumaniello, un antico vitigno autoctono pugliese.
“Mi davano della folle perché non avevo alle spalle alcuna esperienza vitivinicola o comunque una famiglia che mi aveva tramandato i segreti di questo complesso lavoro a stretto contatto con la natura…tutto questo però non mi ha fermato, anzi, mi ha spinto ancora di più controcorrente e reso più forte la mia determinazione nel diventare una vignaiola a 360 gradi! ed ora sinceramente vi confesso che non avrei mai immaginato che l’attaccamento alla mia terra mi avrebbe trasformato la vita!”
La riscoperta di un vitigno
“Anche se ora posso contare sull’aiuto di una persona di fiducia ed esperta nella mia vigna, sono sempre io in prima persona si occupa direttamente della gestione del vigneto, a partire dalla potatura, fino alla vendemmia e della vinificazione, sotto la guida di altri consulenti esperti.
“Il nome Susumaniello deriva dalla sua caratteristica più distintiva, ossia la capacità di caricarsi del peso di molti grappoli d’uva in particolare durante il suo primo decennio di vita, proprio come un “somarello”
“La scelta di impiantare un vitigno autoctono a bacca nera come il Susumaniello e l’intuizione di vinificarlo in “rosa”, cosa che non aveva ancora realizzato nessuno, mi hanno portato bene.”
Le sue 11.000 bottiglie di Susumaniello
“La vendemmia 2013 è stata la prima annata della prima etichetta di Vignaflora: Puglia IGT Rosato Susumaniello “Tre Tomoli Rosa”, prodotto allora in poco meno di 2000 bottiglie e giunto ormai alla sua decima annata con circa 4500 bottiglie annuali prodotte. E’ di colore è di un rosa cerasuolo, al naso è fresco, con sentori di fragola, rosa e melograno. Al palato risulta fresco ed elegante, con una bella persistenza”
“Nel 2015, sono partita la seconda etichetta, vinificando una selezione di grappoli del suo Susumaniello, il Puglia IGT Rosso Susumaniello “Tre Tomoli Rosso di cui oggi vengono prodotte circa 4000 bottiglie. Ha un colore rosso rubino intenso con decisi riflessi violacei. Al naso sentori di confettura di frutti rossi come ciliegia e lamponi, al palato elegante e con un tannino morbido e piacevole. E’ inoltre predisposto ad un medio invecchiamento.”
Filomena descrive la sua storia come quella di un viticoltore senza storia. Non viene infatti da una famiglia di produttori, ma si appassiona al vino impregnandosi di esperienze di questo meraviglioso mondo vivendo lei in prima persona le vigne di altri piccoli produttori della sua zona.
La sua dolcezza si irradia come un soffio sulle sue uve, sui suoi racconti emozionanti, nel sorso e nel colore dei suoi “tre tomoli”.
Oggi conosce ciascuna delle sue 8.950 piantine di Susumaniello, il vitigno autoctono presente nel suo caro fazzoletto di terra. I suoi vini sono un prezioso cammeo, quasi un miracolo di perfezione e di magia che alle volte sola un pizzico di follia può portare.